L’indice insulinico, in inglese Food Insulin Index FII, è un parametro che misura la produzione di insulina nell’organismo, in risposta all’ingestione di un cibo rispetto ad un alimento di riferimento (FII = 100). Un alimento quindi si definisce ad alto indice insulinico quando aumenta molto la concentrazione di insulina (insulinemia) nel sangue. Esso rappresenta l’effetto di un alimento esclusivamente e direttamente sull’insulinemia (concentrazione d’insulina nel sangue), e non sulla glicemia (concentrazione di glucosio nel sangue), permettendo una valutazione più precisa della risposta insulinica
L’insulina non ha il solo compito di abbassare la glicemia, e non ha dunque una funzione legata solo ai carboidrati. Ciò che normalmente non si sottolinea, è che l’ormone in questione rappresenta un importante molecola deputata alla crescita dei tessuti insulino-dipendenti, cioè muscolo scheletrico, muscolo cardiaco, e tessuto adiposo, ovvero gli organi bersaglio che subiscono la sua azione diretta, ed è quindi responsabile del trasporto di glucosio, amminoacidi, grassi verso questi tessuti favorendo vari processi come la sintesi proteica, e lo stoccaggio di riserve di carboidrati (glicogenosintesi) e lipidi (lipogenesi). L’insulina quindi non si presenta solo in casi di eccesso di introduzione di zuccheri e carboidrati, ma nel caso in cui venga introdotto qualsiasi nutriente calorico, col fine di veicolare parte dei derivati della sua scissione verso questi apparati
Finora abbiamo preso in considerazione l’indice glicemico, che permette di valutare l’innalzamento della glicemia solo in relazione all’impatto dei carboidrati, quindi potrebbe non essere sufficiente per valutare con completezza gli effetti che tutti i macronutrienti hanno sul metabolismo del glucosio. Infatti sebbene i carboidrati determinino il principale stimolo per la secrezione di insulina (95%), alcuni studi hanno evidenziato che alimenti ricchi di proteine determinano una risposta del 50% mentre i grassi del 10%.
L’indice insulinico iniziò ad essere studiato alla fine degli anni ottanta confrontando la risposta glicemica e insulinica di alcuni prodotti a base di amido. Successivamente vennero paragonati 38 alimenti in riferimento al pane bianco per sviluppare un database del FII, notando che alcuni alimenti proteici causavano un incremento della risposta insulinica nonostante l’assenza di carboidrati. Tale indice riconosce il potere insulinogenico di tutti i macronutrienti, e quindi sottolinea che alcune classi di cibi riescono a stimolare l’insulina in maniera sproporzionata rispetto al loro indice e carico glicemico, e che il pasto misto determini comunque una produzione dell’ormone ben superiore rispetto al suo contenuto di carboidrati
Nelle tabelle vengono illustrati i valori del “punteggio glicemico” e quello “insulinico” calcolati sulla base dell’apporto energetico di 239 Kcal Tabelle estrapolate da: http://obiettivofitness.com/nutrizione/indice-insulinico/
L’indice insulinico tiene conto dell’impatto sinergico di tutti i macronutrienti e non solo dei glucidi quindi per essere calcolato è stato scelto come riferimento una porzione calorica standard di 239 kcal : l’indice insulinico dei cibi è stabilito sulla base di un’assunzione calorica di un cibo pari a 239 kcal, al quale si attribuisce poi il relativo punteggio medio. L’assunzione di carboidrati semplici, cibi proteici ricchi di amminoacidi insulinotropici tra cui arginina, leucina, lisina, valina e l’intervento di alcuni ormoni gastrointestinali rappresentano il maggiore stimolo sulla secrezione di insulina. Inoltre è stata studiato la risposta glicemica e insulinemica dopo il consumo di latte e prodotti derivati dal latte fermentato come lo yogurt e si è visto che nonostante il loro basso indice glicemico producono un alto indice insulinico (90-98) e gli studiosi conclusero che i prodotti lattiero-caseari presentavano un indice insulinico tra le 3 e le 6 volte più elevato di quanto stimato dal loro corrispondente basso indice glicemico
Quindi alcuni alimenti anche se hanno un indice glicemico relativamente basso in realtà hanno la capacità di indurre il pancreas a secernere molta insulina, cioè hanno un indice insulinico elevato.
In diversi studi è stata paragonata risposta glicemica e insulinica di alcuni prodotti raffinati e non a base di amido ed è stata notata una differenza che fu attribuita ai processi di raffinazione e gelatinizzazione ai quali questi prodotti erano stati sottoposti mentre in altre ricerche è stato confermato come cibi proteici causano un incremento della risposta insulinica nonostante l’assenza di carboidrati. Le proteine e nello specifico gli aminoacidi che le compongono, provocano un moderato stimolo alla produzione dell’ormone. L’assunzione di cibi proteici, amminoacidi misti, e specifici amminoacidi insulinogenici, oltre ai carboidrati, rappresentano quindi il maggiore stimolo sulla secrezione di insulina. Questi studi confermano come il consumo di cibi freschi e non raffinati influisca in maniera inferiore sull’indice insulinico evitando picchi di secrezione ormonale.
Cibi industriali composti da diversi nutrienti, specie raffinati (come zuccheri semplici e grassi idrogenati) stimolano l’insulina in maniera sproporzionata rispetto al loro indice glicemico. Infatti, tra i cibi che più innalzano l’insulina spiccano i prodotti di pasticceria, i croissant, i biscotti, le merendine, le barrette dolci, i gelati, ed anche il pane bianco. In questi casi, considerare l’indice e il carico glicemico non è predittivo della conseguente produzione dell’ormone, che risulterà in ogni caso maggiore
Una classificazione degli alimenti in base all’indice insulinico, insieme al conteggio dei carboidrati forniscono una previsione più accurata della risposta insulinica nel nostro organismo e potrebbero aiutare nella gestione di alcune patologie e nei programmi di dimagrimento in quanto molti studi correlano un’elevata secrezione di insulina all’aumento del rischio di diabete, obesità, malattie cardiovascolari ed accumulo di grasso corporeo viscerale ed anche nello sport la scelta di pietanze ad alto o basso indice insulinico può favorire il recupero post allenamento e un opportuno rilascio di energia in gara o durante l’attività fisica
